giovedì 31 marzo 2016

Verso il referendum del 17 Aprile: iniziative del fine settimana 1-3 Aprile

Le iniziative previste nel fine settimana e sostenute dal Comitato Provinciale Vota Sì per fermare le trivelle:

Venerdì 1 Aprile ore 21, Crema, Comune, Sala dei Ricevimenti: assemblea pubblica (vedi programma);
Sabato 2 Aprile ore 10-13, Cremona, largo Boccaccino: volantinaggio;
Sabato 2 Aprile ore 15, Cremona, Spazio Comune: presentazione del Comitato Provinciale "Vota Sì per fermare le trivelle";
Sabato 2 Aprile ore 16-20, Cremona, piazza Stradivari: volantinaggio;
Sabato 2 Aprile ore 17, Cremona, Spazio Comune: incontro con i cittadini (vedi programma);
Sabato 2 Aprile ore 17-23, Cremona, piazza della Pace: volantinaggio;
Domenica 3 Aprile ore 10-13, Cremona, largo Boccaccino: volantinaggio; 
Domenica 3 Aprile ore 16-19, Cremona, piazza Roma: volantinaggio;
Domenica 3 Aprile ore 18, Persichello, Circolo Arci: aperitivo No Trivelle Sì Tigelle. 


martedì 29 marzo 2016

Rivarolo del Re: Vota Sì per fermare le trivelle

Il Comitato Vota SI per fermare le trivelle Del Casalasco – Piadenese ha promosso, con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale di Rivarolo del Re, una serata sul tema: VOTA SI PER FERMARE LE TRIVELLE
Siete tutti invitati
GIOVEDI 31 MARZO ALLE ORE 21,00 PRESSO IL TEATRO COMUNALE di Rivarolo del Re
a partecipare a questa serata informativa!!!
Interverrano
Cesare Vacchelli  -Coordinatore del Comitato
Ezio Corradi -Coordinamento Comittai Ambientalisti Lombardi

venerdì 25 marzo 2016

Referendum: appuntamenti del fine settimana di Pasqua

Appuntamenti informativi in vista del referendum del 17 Aprile previsti per il fine settimana di Pasqua:
Sabato 26 dalle 9.00 alle 12.00 volantinaggio al mercato di Crema;
Sabato 26 dalle 10.00 alle 12.30 in largo Boccaccino a Cremona;
Sabato 26 dalle 16.00 alle 19.00 in piazza Roma (lato Galleria XXV Aprile) a Cremona;
Domenica 27 dalle 9.00 alle 12.30 volantinaggio in piazza Duomo a Crema;
Lunedì 28 dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00 volantinaggio in piazza Duomo a Crema.
Comunicateci le vostre disponibilità a collaborare!

giovedì 24 marzo 2016

Il 17 Aprile Vota Sì per fermare le trivelle



Il Forum Nazionale “Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori” ha aderito ufficialmente al Comitato nazionale “Vota sì per fermare le trivelle” in vista del Referendum del 17 Aprile. Allo stesso modo a livello locale il nostro coordinamento ha partecipato alla costituzione di un comitato provinciale.
La campagna referendaria si sta svolgendo nell’assordante silenzio dei media, che stanno assecondando il manifesto intento del Governo di affossare il referendum non raggiungendo il quorum del 50%+1 degli elettori. Tale intento è reso ancora più evidente dalla scelta della data delle consultazioni: il 17 Aprile, ovvero la prima data disponibile, restringendo il più possibile l’arco di tempo in cui svolgere la campagna referendaria, anche a costo di non accorpare il referendum alle elezioni amministrative che si terranno ad inizio Giugno in numerosi Comuni italiani. Per quanto sul piano formale la scelta è rispettosa del Decreto 98 del 2011 che prevede che le elezioni amministrative o politiche non siano abbinate ai referendum, il Parlamento italiano avrebbe potuto votare una nuova legge ad hoc. Il costo economico è salatissimo, quantificato in almeno 300 milioni di euro di soldi pubblici.
Il quesito referendario è l’unico rimasto dei sei a suo tempo proposti da un gruppo di Regioni: Basilicata, Calabria, Campania, Liguria, Marche, Molise, Puglia, Sardegna, Veneto. Cinque di quei quesiti sarebbero stati di fatto superati dalle intervenute disposizioni della Legge di Stabilità 2016. Per quanto riguarda due di questi ultimi cinque quesiti alcune Regioni hanno però presentato un ricorso, del cui esito si rimane ad oggi in attesa. La Consulta ha infatti bocciato il ricorso per un vizio di forma, ma le Regioni sembrano intenzionate a ripresentarlo.
Percomprendere il quesito referendario è necessario fare una piccola cronistoria. Iniziamo ricordando che ad oggi non è possibile richiedere nuovi permessi per la ricerca e l’estrazione di gas e petrolio entro le 12 miglia dalla costa, mentre le attività esistenti possono proseguire a tempo indefinito fino ad esaurimento del giacimento. Il limite di 12 miglia era stato stabilito nel 2010 dal “Decreto Prestigiacomo”, emanato a seguito dell’esplosione di una piattaforma petrolifera nel Golfo del Messico (Aprile 2010), e riguardava inizialmente solo le aree marine protette. Nel 2012, il Decreto legge “Misure urgenti per la crescita del Paese” del governo Monti ha esteso il limite previsto dal precedente decreto all’intero litorale nazionale, stabilendo che le richieste delle compagnie debbano essere sottoposte a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e al parere degli enti locali interessati. Queste direttive riguardano però solamente le nuove autorizzazioni e non le ricerche ed estrazioni in essere all’entrata in vigore del Decreto Prestigiacomo. Tra le modifiche della Legge di Stabilità 2016 citiamo l’eliminazione del parere sul rinnovo delle concessioni (di durata di 5 anni) da parte degli enti locali posti in un raggio di 12 miglia dalle aree marine e costiere interessate dalle attività.
Il referendum riguarda l’eliminazione del prolungamento a tempo indefinito delle autorizzazioni alle estrazioni di gas e petrolio attualmente in essere entro la distanza di 12 miglia dalla costa (poco più di 22 km). Non vi sono invece effetti diretti dell’esito del referendum sulle attività situate oltre le 12 miglia dalla costa e su quelle situate sulla terraferma.
Tra le principali ragioni che ci spingono a sostenere il sì c’è il rischio di un disastro ecologico connesso ad attività di questo genere, particolarmente inquietante in un mare chiuso come il Mediterraneo, ed ancor di più per l’Adriatico, il cui ecosistema, in un caso simile, sarebbe completamente devastato, con conseguenze facilmente immaginabili sull’economia collegata al turismo. Al di là della possibilità di incidenti, la preoccupazione è collegata anche all’utilizzo di tecniche come l’air gun, pericoloso per la fauna marina, e al rischio di subsidenza (cioè dello sprofondamento) dei fondali. Inoltre, secondo i dati ufficiali di ISPRA e Ministero dell’Ambiente recentemente diffusi da Greenpeace, in due casi su tre in prossimità delle piattaforme si riscontrano contaminazioni significative dei sedimenti marini. Greenpeace ha anche evidenziato come delle quasi 150 piattaforme operanti nei mari italiani siano stati resi noti i risultati delle analisi solamente in 34 casi.
Gli stessi dati governativi peraltro parlano di un potenziale contributo al consumo nazionale di gas  pari al 2,1% dei consumi annui, mentre per quanto riguarda il petrolio si parla dello 0,8% (riferimento 2014): si parla quindi di quantitativi modesti. Sulla qualità degli idrocarburi presenti nei mari italiani sono inoltre state avanzate numerose perplessità. Insomma, il gioco non vale la candela, tant’è vero che numerosi paesi stanno facendo marcia indietro riguardo ad operazioni di questo tipo: Croazia, Francia e gli stessi USA.
La Croazia lo scorso autunno ha sospeso i progetti per le piattaforme per la ricerca del petrolio nel mare Adriatico ed il delegato dell'Ambasciata di Croazia in Italia Llija Zelalić ha invitato l’Italia a fare altrettanto. La Francia, nel Febbraio 2016, ha dichiarato lo stop a nuove trivellazioni in mare e in terraferma. Negli USA pochi giorni fa il Governo ha deciso di ritirare il suo piano per aprire l’Oceano Atlantico ai sondaggisismici e alle trivelle in Virginia, North Carolina, South Carolina e Georgia.  
La campagna per il no punta sulla necessità di autonomia energetica, sull’aumento di rischi derivanti dal maggiore incremento del traffico di petroliere nel Mar Mediterraneo, sulla questione occupazionale, sul fatto che l’estrazione di idrocarburi oltre le 12 miglia è comunque consentita. Tutte queste considerazioni non tengono conto del fatto che da anni ormai la produzione di energia da fonti rinnovabili è in costante aumento, ed è in questa direzione che andrebbero fatti gli investimenti strategici: nel 2015, secondo i dati del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) la percentuale di energia da fonti rinnovabili consumata è stata pari al 17,3%, +4,3% rispetto al 2010. Nell’anno precedente c’è stato un calo complessivo del consumo di energia pari al 3,8% (-1,8% del consumo interno lordo di petrolio e -11,6% del consumo interno lordo di gas naturale). Peraltro numerose stime parlano di opportunità occupazionali nei settori dell’energia verde superiori rispetto a quelle provenienti da fonti fossili a parità di energia prodotta. Evidenziamo inoltre che l’attività delle piattaforme esistenti non cesserebbe da un momento con l’altro. C’è quindi il tempo (ed è questo il momento) di ripensare l’attuale modello energetico e, più in generale, il modello di sviluppo, anche dal punto di vista occupazionale.
Oltre alla campagna per il no, peraltro marginale, ci troviamo di fronte ad un’aperta campagna per l’astensionismo, che si sposa alla perfezione col silenzio dei media. Troviamo eticamente molto discutibile che i nostri rappresentanti invitino i cittadini a disertare le urne in uno dei pochi momenti in cui possono esprimere direttamente la loro posizione, per quanto limitatamente ad un ambito ben preciso. Gli stessi rappresentanti che ignorano le alte percentuali di astensionismo nel celebrare le proprie vittorie elettorali, arrivano ad incentivarlo in occasione di referendum “scomodi”.
Il referendum, secondo quanto riportato nel manifesto del comitato nazionale, va inteso come un primo passo verso la richiesta di una strategia energetica nazionale finalmente orientate verso il risparmio energetico e la produzione di energia da fonti rinnovabili. Una strategia opposta a quella attuale, che è affetta da miopia e guarda solo al passato, verso un modello di sviluppo novecentesco. Un modello di sviluppo che interessa da vicino anche il territorio della Provincia di Cremona.
Se gli effetti diretti del referendum riguardano “solamente” le aree costiere – e potrebbero interessarci solo in quanto “vacanzieri” o “villeggianti estivi” – quelli dell’attuale politica energetica si riflettono in maniera pesante sul territorio provinciale. Giusto poche settimane fa sono state presentate altre richieste di trivellazioni a scopo esplorativo in una grossa area a cavallo tra le province di Cremona, Mantova e Parma. Una richiesta avanzata da Pengas Srl, azienda che risulta non essere nemmeno dotata di un sito internet ed il cui capitale sociale è pari a 120.000 €, una somma con cui difficilmente si arriva ad acquistare una villetta a schiera! Altre richieste di questo genere sono già state avanzate in passato un po’ in tutta la Provincia. Altra fonte energetica non rinnovabile è il metano: al riguardo ricordiamo i numerosi progetti di stoccaggio in sovrapressione (alcuni dei quali già avviati) che interessano un’ampia fascia di comuni tra il Cremonese ed il Cremasco. Nella nostra Provincia questi stoccaggi si collocano vicino a sorgenti sismogeniche: ricordiamo che la scorsa estate in Olanda è emersa la correlazione tra attività di estrazione del gas e fenomeni sismici correlati alla subsidenza. I progetti inoltre vengono spesso portati avanti senza la necessaria trasparenza nei confronti delle popolazioni interessate.
Per tutte queste ragioni siamo convinti che anche in Provincia di Cremona il 17 Aprile sia necessario “votare sì per fermare le trivelle”.

domenica 20 marzo 2016

Difendiamo i nostri mari

Martedì 22 marzo in occasione della Giornata mondiale dell’acqua alle ore 18 presso la Sala Forum di via Speciano 2, Cremona si terrà un incontro in vista del Referendum del 17 Aprile.

Nell’incontro ci confronteremo su questioni di grande rilievo che riguardano le trivellazioni in Pianura padana, le nostre falde, fiumi e laghi, anche se il quesito referendario è circoscritto alle concessioni di sfruttamento di giacimenti di idrocarburi, in particolare di gas metano, già operative nei nostri mari.
Ci chiederemo perchè in Lombardia dovremmo essere indifferenti all’appello che ci viene da ben 9 Regioni italiane che chiedono soltanto regole più precise e tempi certi per lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio nei mari che le bagnano. Perchè i Vescovi di quei territori sostengono giustamente che debba venire “ prima l’ambiente del profitto”. Ci chiederemo perchè il Governo italiano al Vertice mondiale sul clima a Parigi abbia sostenuto la decarbonizzazione dell’economia e la riduzione al ricorso delle fonti fossili e poi non abbia inteso accogliere le modifiche proposte dai Consigli regionali delle 9 Regioni e se non esista il rischio di  spaccare l’Italia in due, facendo fallire la partecipazione al referendum.
Relatori
Oreste Magni, Ecoistituto della valle del Ticino e del movimento Rifiuti Zero
Dario Faccini,  segretario dell’Associazione nazionale per lo Studio del Picco del petrolio
Nel corso dell’incontro presenteremo anche la novità di cominciare a utilizzare la misura del Picco dell’acqua, suggerita a livello internazionale da alcuni scienziati, per analizzare non tanto la quantità ma la qualità dell’acqua dolce disponibile. 
Promotori Legambiente, Acli, Arci, AmbienteScienze, Andiamo Oltre, A Tutto Compost, CreaFuturo, Filiera Corta Solidale, Salviamo il Paesaggio, WWF
in collaborazione con
“Comitato provinciale Vota Sì al referendum per fermare le trivelle”.

sabato 19 marzo 2016

Consulto sui pioppi del Lido Po a Casalmaggiore

Sabato 19 Marzo alle 10 il professor Mauro Carboni, agronomo ormai da diversi anni impegnato nell'attività di analisi della stabilità degli alberi su commissione di privati, enti pubblici e comuni sarà a Casalmaggiore per un consulto gratuito. L'agronomo che risiede a Colorno ha un''esperienza accumulata in centinaia di analisi visive e strumentali. E' inoltre uno studioso delle metodologie d'avanguardia. Da qualche anno dirige la società Equa s.r.l. che si occupa di progettazione e consulenze per il settore agroalimentare. E' inoltre presidente del centro di formazione Agriform a Parma, docente presso l'Istituto Agrario - F. Bocchialini - di Parma e lavora per l'Azienda Agraria sperimentale Stuard a Parma, oltre a curare il parco di Palazzo Mina in Casalmaggiore, dove sono situati diversi esemplari plurisecolari. Non avrà bisogno di salire in quota, poiché verificherà le piante con un resistografo (una macchina che permette di verificare eventuali degenerazioni interne del tessuto legnoso).

venerdì 18 marzo 2016

Discarica di Grumello: appello alla Provincia

Dopo il Consiglio Comunale sulla discarica di inerti di ieri sera, a Grumello prosegue la mobilitazione contro il progetto di Cremona Ecologia. Un altro gruppo di cittadini ha scritto una richiesta alla Provincia di Cremona in cui si chiede di non concedere l'Autorizzazione Ambientale Integrata (AIA). Nella richiesta vengono elencate alcune criticità, come il fatto che il proponente chieda deroga relativamente alle caratteristiche del percolato. Altre problematiche, da noi già evidenziate, riguardano l'incompatibilità con la prevista destinazione agricola dei terreni interessati dall'attività estrattiva, l'inserimento di una porzione dell'area stessa nelle aree esondabili ai fini del Piano Gestione Rischio Alluvioni, il rischio del manenimento dell'attività di trattamento dei rifiuti anche oltre quella del conferimento in discarica. Viene infine nuovamente richiesta un'analisi complessiva e strategica sullo smaltimento dei rifiuti dell'acciaieria Arvedi a livello sopralocale.

La raccolta firme verrà organizzata nei locali comunali nelle date seguenti:

sabato        19 marzo           dalle ore 8,30      alle ore 13           a Grumello

sabato        19 marzo           dalle ore 14         alle ore 16           a Zanengo

domenica   20 marzo           dalle ore 9           alle ore 11           a Farfengo

giovedì       24 marzo           dalle ore 13         alle ore 18           a Grumello

sabato        2 aprile              dalle ore 8,30      alle ore 13           a Grumello



Di seguito il testo della richiesta.




DICIAMO “NO” ALL’IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI E ALLA DISCARICA IN LOCALITA’ ANGIOLINA – GRUMELLO CREMONESE

I cittadini di Grumello Cremonese ed Uniti e dei Comuni limitrofi sono seriamente preoccupati dalla prospettiva di veder realizzato in località Angiolina (comune di Grumello Cremonese) un impianto di trattamento di rifiuti pericolosi e no, con annessa discarica di rifiuti non pericolosi, a servizio delle attività del Gruppo Arvedi. Per tale impianto la Provincia di Cremona, in sede di V.I.A. ha espresso parere di compatibilità ambientale positivo con prescrizioni (decreto n°194 del 23/12/2015), mentre la procedura A.I.A. è tuttora in corso.
I cittadini sono preoccupati per l’impatto che la realizzazione di una discarica da 717000mc e di un impianto in grado di trattare 165ton/giorno in linea inertizzazione e 150ton/giorno in recupero metalli di rifiuti, con un traffico stimato di 40 autocarri in ingresso e uscita al giorno, potrà avere su ambiente, falda e, di conseguenza, sulla salute dei cittadini, a causa di rumore, produzione di polveri e percolato, possibile emissione di odori e biogas, e per la presenza nell'impianto di sostanze altamente inquinanti. Tale preoccupazione viene amplificata dal fatto che il proponente chieda deroga relativamente alle caratteristiche del percolato, proponendo, per le concentrazioni di alcune sostanze negli eluati, limiti anche superiori al triplo dei valori previsti nelle tabelle di riferimento del DM 27/09/2010, in contrasto con quanto previsto dall’art. 10 del medesimo decreto.
I cittadini non vogliono veder alterato per sempre l’ambiente circostante, con la creazione, al posto della cava esistente (attualmente in esaurimento), di una collina artificiale alta quanto un palazzo di cinque piani, il tutto a qualche decina di metri da un’abitazione privata e a poche centinaia di metri in linea d’aria da alcune aziende agricole e dal paese. In caso di realizzazione dell’impianto sarà infatti impossibile la restituzione dell’area all’uso agricolo, in contrasto con la vocazione naturale della zona e con quanto previsto dagli strumenti di pianificazione vigenti.
Nello studio specialistico commissionato dall’Amministrazione Comunale di Grumello erano state individuate alcune condizioni classificabili come “escludenti” ai sensi del Piano Regionale Gestione Rifiuti entrato in vigore a luglio 2014. I cittadini sono indignati per il fatto che non sia ancora stata valutata la sussistenza di tali condizioni escludenti, tenendo anche presente che, in base alla Sentenza del Consiglio di stato n°313 del 2015, si debba considerare la normativa vigente all’atto del rilascio di un’autorizzazione e non quella vigente all’inizio dell’iter approvativo. Temono che questo fatto possa agevolare il proponente, soprattutto per quanto riguarda l’inserimento di una parte dell’area nelle planimetrie delle aree esondabili valide ai fini del Piano Gestione Rischio Alluvioni adottato in data 17/12/2015. Il proponente ha infatti dichiarato di voler chiedere la revisione, in suo favore, delle planimetrie delle aree esondabili che stanno per entrare in vigore, alle quali invece le Amministrazioni sono state invitate ad attenersi in via precauzionale.
I cittadini temono che il proponente, in caso di rilascio dell’autorizzazione, mantenga in funzione l’impianto di trattamento dei rifiuti oltre la chiusura della discarica, come dichiarato nel progetto ma in aperto contrasto con le disposizioni del PRGR e con la nota provinciale del 17/07/2015 prot. 77329.
Per le motivazioni sopra riportate, e a sostegno del parere negativo espresso dall’Amministrazione Comunale in sede di Conferenza dei Servizi (si veda la Delibera di Giunta n.91 del 14/11/2015, nella quale sono ribaditi gli elementi ostativi alla realizzazione dell'impianto), i cittadini dicono NO alla realizzazione dell’impianto di recupero e della discarica in località Angiolina. Vi chiedono pertanto di non concedere l’Autorizzazione Integrata Ambientale, e, consapevoli del fatto che non è possibile pensare di utilizzare ogni depressione nella zona a nord del Po per interrare scarti industriali, vi chiedono di attivarvi affinché il Gruppo Arvedi chiarisca che azioni sta mettendo in atto per ridurre al minimo il conferimento in discarica dei rifiuti prodotti nelle sue aziende e quanto sta investendo per raggiungere questo obiettivo.
I migliori posti di lavoro sono quelli creati per minimizzare la produzione di rifiuti, non quelli per interrarli.

giovedì 17 marzo 2016

Referendum del 17 Aprile - iniziative del fine settimana 18-19/3

Prossimi eventi informativi per il referendum del 17 Aprile organizzati dal Comitato "Vota SI' per fermare le trivelle":

Sabato 19 Marzo nella mattinata a Cremona, angolo tra Corso Campi e Via Virgilio e giardini Piazza Roma (lato Galleria XXV Aprile): volantinaggi;

Sabato 19 Marzo dalle 14 alle 19 a Crema, Piazza Garibaldi: banchetto informativo;

Domenica 20 Marzo dalle 9 alle 12:30 a Crema, Piazza Duomo: banchetto informativo.

mercoledì 16 marzo 2016

Consiglio Comunale sulla discarica di Grumello

Giovedì 17 Marzo alle ore 19 presso la Sala Consigliare del Comune di Grumello Cremonese si terrà un Consiglio Comunale sul progetto della discarica di inerti. Ricordiamo che un gruppo di cittadini si è mobilitato contro questo progetto e sono state realizzate delle raccolte di firme (una delle petizioni è disponibile anche on-line). Il comitato di cittadini ha criticato il Sindaco Fabio Scio per non avere fatto ricorso al TAR sul procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA); il Sindaco - che ha emesso parere negativo sulla base di una relazione ambientale affidata ad un esperto - ha risposto di essere pronto a fare ricorso sulla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) in quanto ad essa sono rinviate le principali criticità.
Come Coordinamento locale di Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori ribadiamo che la questione dello smaltimento dei rifiuti connessi alle attività dell'acciaieria Arvedi deve essere presa in esame in una prospettiva di medio-lungo periodo ed analizzata a livello sovralocale col coinvolgimento di tutti i Comuni del territorio, non essere affidata di volta in volta a singoli progetti di discariche aventi peraltro durata limitata ad alcuni anni.  

martedì 15 marzo 2016

Pioppi di Casalmaggiore: confronto col Sindaco

A seguito della nostra richiesta di approfondimenti prima di procedere all'eradicazione di alcni pioppi tremuli nell'area del Lido Po di Casalmaggiore, ci è pervenuta la risposta del Sindaco Filippo Bongiovanni.
Il primo cittadino di Casalmaggiore ci segnala che le piante in oggetto sono all'attenzione dell'Ufficio Ambiente dagli inizi degli anni 2000 e sottoposti a controlli visivi e strumentali nel corso degli anni e che fino ad oggi è stato fatto il possibile per evitare abbattimenti intervenendo con potature mirate, evitando capitozzature eccessive che recano danni alla struttura dell'albero: i dati in possesso degli uffici purtroppo hanno mostrato un notevole deterioramento della struttura degli alberi in oggetto, evidenziata da una relazione tecnica. E' stata d'altra parte data la disponibilità a valutare la possibilità di ricorrere ad una seconda perizia per essere certi che non vi siano alternative prima di procedere ad interventi radicali.
Nella sua risposta il Sindaco ci segnala che un Censimento delle piante monumentali è stato eseguito nel 2006 e va aggiornato; ci elenca poi alcuni interventi sul verde quali l'inagurazione di un nuovo parco al quartiere Baslenga con oltre 20 tigli donati dal Rotary, la piantumazione di nuove essenze nei pressi della chiesa di Santa Maria dell'Argine, l'abbattimento in via Roma di essenze dannose a strade e marciapiedi e non adatte a un viale, sostituite con essenze adatte e la creazione di un nuovo parco a Quattrocase.
I cittadini di Casalmaggiore hanno dimostrato attenzione alla sorte dei pioppi del Lido Po: crediamo che valga la pena approfondire la questione per essere certi prima di procedere al taglio ed auspichiamo che tra i cittadini casalesi e l'Amministrazione si arrivi ad una visione condivisa.