venerdì 28 marzo 2014

FAI: iniziative sulle acque cremonesi

Proseguono nei prossimi giorni le iniziative del FAI: 

Sabato 29 marzo
Cremona, Archivio di Stato di Cremona via Antica Porta Tintoria 2
Ore 10 Visita guidata alla mostra “I disegni delle acque tra rappresentazione e gestione del territorio”
L’esposizione è aperta dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 15
 
Sabato 5 aprile
Cremona, Auditorium CCIAA via Baldesio 10
Ore 10 Incontro "Cose d'acqua nel paesaggio cremonese" con interventi di Valerio Ferrari e Stefano G. Loffi, sulla valenza anche turistica del paesaggio contrassegnato da rogge, canali, argini e nodi idraulici.
Al termine visita guidata alla mostra in Archivio di Stato


mercoledì 19 marzo 2014

"Il risveglio del fiume segreto" a Dosolo (MN)

Al Circolo Gulliver di Dosolo
 
domenica 23 marzo ore 17.30, proiezione del film
 
 
IL RISVEGLIO DEL FIUME SEGRETO  


in viaggio sul PO con Paolo Rumiz
di Alessandro Scillitani

Un viaggio attraverso il Grande Fiume fatto di incontri, cibo, avventure, ma che rappresenta anche la riscoperta di un corso d'acqua selvaggio, segreto, incontaminato che sprigiona bellezza nonostante i disastri ambientali causati dall'uomo.
SARANNO PRESENTI IN SALA

IL REGISTA ALESSANDRO SCILLITANI
DAMIANO CHIARINI presidente dell'associazione Persona-Ambiente di Casalmaggiore
GRAZIANO GRAZIANO che ha svolto per molti anni la professione di meatore
 
 

martedì 18 marzo 2014

22a Giornata Fai di Primavera

Di seguito l'elenco dei monumenti situati in Provincia di Cremona che saranno aperti al pubblico in occasione della 22a Giornata Fai di Primavera (Sabato 22 e Domenica 23 Marzo). Sul relativo sito internet sono disponibili i dettagli.


PALAZZO BENZONI – SCOTTI – MARTINI GIOVIO DELLA TORRE – DONATI DE CONTI
Indirizzo: Via Fortunato Marazzi, 7, 26013, Crema, CR
Orario:
Sabato: ore 10.00 – 12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)/ 14.00 - 17.30 (ultimo Ingresso ore 17.00)
Domenica: ore 10.00 – 12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)/ 14.00 - 17.30 (ultimo Ingresso ore 17.00)
 
EX CONVENTO DEI GESUITI: CONSORZIO DI BONIFICA DUGALI, NAVIGLIO, ADDA SERIO
Itinerario:
Le sedi delle magistrature cremonesi delle acque
Indirizzo: Via Ponchielli, 5, 26100, Cremona, CR
Bene fruibile a persone con disabilità fisica
Orario:
Sabato: ore 10.00 – 12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)/ 14.00 - 17.30 (ultimo Ingresso ore 17.00)
Domenica: ore 10.00 – 12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)/ 14.00 - 17.30 (ultimo Ingresso ore 17.00)
 
PALAZZO ZIGNANI: CONSORZIO IRRIGAZIONI CREMONESI, NAVIGLIO DELLA CITTÀ DI CREMONA
Itinerario:
Le sedi delle magistrature cremonesi delle acque
Indirizzo: Via Battisti, 21, 26100, Cremona, CR
Bene fruibile a persone con disabilità fisica
Orario:
Venerdì: ore 17.30
Nota. Ingresso riservato agli Iscritti FAI
Sabato: ore 10.00 – 12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)/ 14.00 - 17.30 (ultimo Ingresso ore 17.00)
Domenica: ore 10.00 – 12.30 (ultimo ingresso ore 12.00)/ 14.00 - 17.30 (ultimo Ingresso ore 17.00)

mercoledì 12 marzo 2014

Proposto lo studio di "Ti-Bre ferroviario"

Sabato 1 Marzo a Casalmaggiore si è tenuta la presentazione dello studio In Europa con il Ti-Bre ferroviario, realizzato da Eidos Soc. Coop. su commissione di Ti-Bre Srl. Sono intervenuti numerosi tecnici, amministratori locali e politici di rilievo nazionale. In particolare sono stati illustrati i vantaggi dell'utilizzo del percorso Parma-Casalmaggiore-Piadena-Mantova rispetto al percorso Parma-Suzzara-Poggio Rusco-Verona, in termini di costi, tempi di percorrenza e chilometraggio. L'adeguamento di queste tratte già esistenti rappresenterebbe inoltre la possibilità di sottrarre una porzione del traffico di merci e persone dal trasporto su gomma, a favore di quello su rotaia. Un resoconto dell'incontro è disponibile sul sito Parma Today.

lunedì 10 marzo 2014

Proposta di riforma della L 394/91: l'appello di 8 associazioni


Comunicato stampa di CTS, FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pronatura, Touring Club Italiano e WWF Italia.
http://www.italianostra.org/wp-content/uploads/RIFORMA-LEGGE-sui-PARCHI-ATTACCO-ALLA-NATURA.pdf
Riforma della legge sui parchi attacco alla natura. Caccia nei parchi, silenzio assenso sulle nuove opere di trasformazione del territorio, tassa sugli impatti ambientali, gestione dei parchi in mano ai Comuni, interessi privati delle imprese agricole nei consigli direttivi, così il Senato prepara l’attacco alla Natura d’Italia.
La Commissione Ambiente del Senato ha completato la discussione sulle proposte di Legge per la modifica della normativa quadro sulle aree naturali protette, la Legge 394 del 1991, definendo il testo unico che andrà all’approvazione definitiva. Le maggiori Associazioni ambientaliste, CTS, FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pronatura, Touring Club Italiano e WWF Italia lanciano l’allarme per un autentico ed inaccettabile attacco alla natura. La proposta di legge prevede l’introduzione del silenzio assenso per il nulla osta rilasciato dagli Enti Parco, la caccia nei parchi mascherata da controllo faunistico per tutte le specie, royalty per le opere ad elevato impatto ambientale, aumento del potere dei Comuni nella gestione dei parchi e nuove categorie di parchi per soddisfare solo gli interessi di alcuni territori.
Le 8 maggiori Associazioni ambientaliste si appellano ai Senatori chiedendo di fermare questo colpo di mano che rischia di trasformare la Legge quadro sulle aree naturali protette in uno strumento per sferrare un attacco mortale al patrimonio naturale del nostro Paese. Questa proposta di riforma della Commissione Ambiente del Senato non è solo inopportuna ma è pericolosa per le sorti della natura italiana.
Le Associazioni ambientaliste chiedono per questo l’eliminazione dal testo unificato che sarà portato in aula per l’approvazione definitiva delle modifiche ritenute lesive dei principi e finalità della Legge quadro approvata nel 1991 e rivolgono un appello ai Senatori della tredicesima Commissione affinché sia fermata questa sciagurata riforma.
Le Associazioni ambientaliste, CTS, FAI, Italia Nostra, LIPU, Mountain Wilderness, Pronatura, Touring Club Italiano e WWF Italia chiedono al Parlamento di favorire le condizioni per un ampio confronto con tutte le parti interessate sul rilancio del ruolo dei parchi e delle riserve naturali per garantire una efficace conservazione del patrimonio naturale del Paese e si adopereranno nei prossimi giorni per far meglio comprendere al Senato la necessità di fermare questa riforma.
Roma, 7 marzo 2014

Cosa prevede la riforma della legge 394/1991 proposta dalla commissione ambiente del Senato

Ecco le principali proposte di modifica della Legge quadro sulle aree naturali protette che preparano il nuovo attacco alla Natura d’Italia:
1. CONTROLLO DELLA FAUNA SELVATICA NELLE AREE NATURALI PROTETTE: Le Associazioni evidenziano i rischi di pericolosi effetti collaterali delle modifiche proposte alla Legge quadro sui parchi sulla normativa nazionale sulla caccia (la Legge n.157/92), che porterebbero sicuramente all’avvio di una nuova procedura d’infrazione dal parte dell’Unione Europea. Con artifizi giuridici si vuole legittimare l’ingresso dei cacciatori nei parchi per la gestione della fauna selvatica, confermando pratiche che si sono già diffuse in molti parchi senza una soluzione concreta dei problemi dovuti al sovrannumero di alcune specie, come il cinghiale.
2. SILENZIO ASSENSO SUL NULLA OSTA DEGLI ENTI PARCO: La proposta di modifica prevede la sostituzione dell’art. 13 della Legge quadro introducendo nella procedura del nulla osta rilasciato dagli Enti Parco sulle nuove opere e progetti all’interno dell’area protetta il silenzio assenso dopo 60 giorni. Un provvedimento che rischia di ridurre la capacità di controllo degli Enti Parco sulle trasformazioni del territorio, in considerazione anche delle ridotte e inadeguate piante organiche degli Enti di gestione.
3. GESTIONE DEI PARCHI IN MANO AI COMUNI: La proposta di riforma del Senato prevede nella procedura di approvazione del Piano del Parco, il principale strumento di gestione dell’area naturale protetta, l’obbligo dell’intesa con i Comuni. Il Piano del Parco viene oggi adottato dal Consiglio Direttivo dell’Ente costituito al 50% dai Comuni, dopo consultazione della Comunità del Parco costituita dai Comuni e da altri Enti Locali. La proposta del Senato introdurrebbe anche l’obbligo dell’intesa con i Comuni da parte della Regione che approva definitivamente il Piano. Si consegna definitivamente in questo modo la gestione dei Parchi nelle mani dei Comuni.
4. FINANZIAMENTO DEI PARCHI ATTRAVERSO ROYALTY: Contestato dalle Associazioni ambientaliste il meccanismo di pagamento di royalty agli Enti Parco da parte di titolari di attività economiche ad elevato impatto ambientale operanti o possibili all’interno delle aree naturali protette e nelle aree contigue. Il rischio di gravi condizionamenti dell’operato degli Enti Parco è senza dubbio elevato se dovesse essere confermato l’approccio previsto dalla proposta del Senato. Serve piuttosto un necessario approfondimento per introdurre nel nostro ordinamento il tema del pagamento dei servizi ecosistemici per assicurare comunque la prevalenza della tutela della natura su altri particolari interessi economici e, al tempo stesso, il rafforzamento dei divieti nella legge, in modo da porre il Parco più al riparo dalle possibili, e anzi probabili, pressioni finalizzate all’ingresso di nuove attività il più delle volte non compatibili con la specifica qualità ambientale dei Parchi italiani.
5. COMPOSIZIONE DEI CONSIGLI DIRETTIVI: Dopo l’approvazione del DPR n.78 del 2013 che ha rivisto la composizione dei Consigli direttivi dei Parchi nazionali, portando da 12 a 8 i componenti e modificando i soggetti coinvolti, si ritiene inopportuno intervenire di nuovo con l’inserimento di un rappresentante delle Associazioni di categoria degli agricoltori, senza rivedere la composizione ed il ruolo della Comunita’ del Parco. Nell’organo di governo dei parchi nazionali devono sempre prevalere gli interessi pubblici generali rispetto a pur legittimi interessi particolari e di settore. In una eventuale revisione della composizione dei Consigli direttivi dovrebbe essere valutato anche l’inserimento di un esperto in temi di tutela paesaggistica e beni culturali. Su questo tema tra l’altro è già intervenuto il Governo con un articolo presente nel collegato ambientale alla Legge di Stabilità.
6. NASCONO I PARCHI GEOLOGICI SOLO A VANTAGGIO DI ALCUNI TERRITORI: Viene introdotta nella Legge quadro la categoria dei Parchi geologici nazionali, categoria non prevista dalla classificazione internazionale dell’IUCN, per finanziare la fallimentare esperienza dei parchi geominerari. Il condivisibile obiettivo del recupero delle miniere e cave abbandonate non può essere spacciato per conservazione della natura favorendo la nascita di Parchi nazionali speciali con una ridotta tutela del patrimonio naturale (nei parchi geologici sarebbe ad esempio consentita la caccia). La Legge 394 del 1991 già consente oggi la nascita di Parchi nazionali per tutelare emergenze geologiche e geomorfologiche, come già avvenuto nel caso del Parco Nazionale del Vesuvio.
7. IL RUOLO DELLA FEDERPARCHI: La proposte di Legge dei Senatori attribuirebbero a Federparchi il ruolo esclusivo di rappresentanza degli Enti gestori delle aree naturali protette, sebbene Federparchi sia un’Associazione di categoria che non riunisce tutti i soggetti che hanno oggi la responsabilita’ della gestione delle aree naturali protette. Si costituirebbe per legge una sorta di monopolio della rappresentanza degli Enti gestori dei Parchi e Riserve naturali del nostro Paese che davvero non pare giustificato e corretto.
La richiesta delle 8 maggiori Associazioni ambientaliste è di stralciare questi punti dal testo che il Senato dovrà approvare nelle prossime settimane, favorendo un percorso diverso e mirato al rilancio delle aree protette e della loro missione.

lunedì 3 marzo 2014

T-TIP: l'appello di Alex Zanotelli



T-TIP      (PARTENARIATO TRANSATLANTICO PER IL COMMERCIO E GLI INVESTIMENTI)
                                          
                                                                                      

                                                      UNA NATO DEL COMMERCIO? NO , GRAZIE!


In questa campagna elettorale per il Parlamento Europeo, riteniamo estremamente importante un serio dibattito, non solo in Italia, ma in tutti i 28 paesi della UE, sul Trattato di libero scambio fra gli Stati Uniti e l’Unione Europea, noto come Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti(T-TIP).
Le trattative iniziate in tutta segretezza lo scorso luglio, a Washington, sono condotte da un pugno di esperti della Commissione Europea e dal Ministero del Commercio USA. A dicembre, sempre a Washington, c’è stato il terzo ‘round’ di negoziati. Nonostante la maretta dopo lo scandalo Datagate, i negoziati sembrano procedere a gran velocità: a marzo si terrà a Bruxelles il quarto round di negoziati.
Questo Trattato creerà la più grande area mondiale di libero scambio fra due economie che rappresentano metà del PIL mondiale e un terzo dei flussi commerciali. Tutto questo con grande esultanza del mondo degli affari. “Il Trattato più importante del mondo”-ha sentenziato ‘Il Sole 24 ore’ (26 ottobre 2013). Ma perché tanta euforia? Secondo il Commissario al Commercio UE, Karel de Gucht, il Trattato offrirà all’Europa due milioni di posti di lavoro in più, 119 miliardi di euro di PIL, che equivale a 545 euro in più all’anno per ogni famiglia. Per di più, ci sarà un incremento del 28% delle vendite di prodotti europei negli Stati Uniti e dell’1% del PIL. Sono molti a contestare la veridicità di questi dati , e a ridimensionarli. Ma ben pochi si chiedono quali saranno le conseguenze per l’Unione Europea.
“Il Trattato-scrive Monica De Sisto - punta ad abbattere non tanto le tasse doganali tra UE e USA già basse, ma le cosiddette Barriere Non Tariffarie cioè i divieti di importazione e di tasse specifiche che, anche grazie alle grandi battaglie contro la carne agli ormoni, il pollo lavato con il cloro, gli ftalati nei giocattoli, i residui dei pesticidi nel cibo, gli OGM e così via, tengono lontane dal nostro mercato i prodotti non sicuri, tossici.”
Infatti con il T-TIP cadranno le tasse e le tariffe che hanno tenuto lontano questi prodotti .
Il T-TIP avrà pesanti conseguenze sull’ambiente, lavoro e la stessa nostra democrazia. A livello ambientale, il Trattato incrementerà l’esportazione di combustibili fossili e gas estratti con il ‘fracking’ e permetterà alle multinazionali del petrolio di portare in tribunale i governi nazionali che introducessero regolamentazioni restrittive al riguardo, ma di fare anche ricorso contro legislazioni ambientali nazionali. Con la crisi ecologica in atto, tutto questo avrà conseguenze devastanti.
Il Trattato avrà pesanti ricadute anche sul mondo del lavoro, aggirando le norme del diritto al lavoro e svuotando le normative per la protezione dei lavoratori. Ma sarà soprattutto la nostra stessa democrazia, già così debole, ad uscirne azzoppata. Il T-TIP è infatti un negoziato stipulato in totale segretezza senza la partecipazione attiva dei cittadini. (Né il Parlamento Europeo né il Congresso USA sono a conoscenza dei negoziati). E’ un vero e proprio colpo di Stato da parte dei poteri economico-finanziari che oggi governano il Pianeta. E’ la vittoria  delle lobby (multinazionali e banche) che hanno a Bruxelles quindicimila agenti e tredicimila a Washington, stipendiati a fare pressione sulle istituzioni. “E’ un progetto politico-ha scritto Stefano Rodotà-ad asservire ancor più i lavoratori ai piani delle corporations, privatizzare il sistema sanitario e sopraffare qualsiasi autorità nazionale che volesse ostacolare il loro modo di agire.”
Il T-TIP guarda anche lontano, alla leadership mondiale. “Il Trattato potrebbe veicolare la strategia delle élites private della UE e USA- ha scritto Kim Bizzarri nell’opuscolo “T-TIP, un Trattato dell’Altro Mondo” – per condizionare le economie emergenti come i BRICS e i Paesi dell’ASEAN e per conquistare la leadership internazionale su un ordine mondiale in cambiamento che minaccia l’egemonia USA e UE, ma anche per forzare il Sud del mondo verso un tipo di sviluppo dettato dagli interessi UE e USA.”
Come cittadini non possiamo accettare un tale MOSTRO economico-finanziario che sarà pagato caro da miliardi di esseri umani, costretti a vivere tirando la cinghia. Per questo il T-TIP deve diventare soggetto di pubblico dibattito nelle prossime elezioni del Parlamento europeo, che si terranno a maggio. Lo  stesso lo abbiamo chiesto per l’Accordo di Partenariato Economico(EPA), che la UE vuole imporre ai paesi impoveriti(Africa, Caraibi e Pacifico-ACP).( Per firmare l’appello :Fermate gli EPA www.ildialogo.org)
Quando la finiremo con questi FTA(Accordi di libero commercio) che fioriscono ovunque, dal NAFTA al CAFTA?Espressioni  evidenti del trionfo del mercato e delle sue leggi ,che permettono  a pochi di ammassare enormi ricchezze a spese dei molti:gli 85 uomini più ricchi al mondo hanno l’equivalente di tre miliardi e mezzo dei più poveri. “Tale squilibrio-ha scritto Papa Francesco- procede da ideologie che difendono l’autonomia assoluta dei mercati e della speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli incaricati di vigilare per la tutela del bene comune”!
E per di più, la più grande area di libero scambio al mondo, creata dal T-TIP, sarà difesa da un apparato militare (la NATO e gli USA), che ingoierà buona parte dei 1700 miliardi di dollari che spendiamo per armi ogni anno nel mondo. Le armi servono a difendere il 20% del mondo ricco che si pappa il 90% dei beni prodotti.
Solo una vasta protesta di massa in tutta Europa potrà sgominare questo nuovo Trattato. Nel 1998, con una grande protesta,noi europei siamo riusciti a sconfiggere il MAI(Accordo Multilaterale sugli Investimenti) che è quasi la copia del T-TIP. Abbiamo vinto dicendo MAI al MAI! Possiamo fare altrettanto con il T-TIP.
Chiediamo a tutti,credenti e non, di aderire a questa importante campagna per fermare un Trattato Intrattabile(per maggiori informazioni in campo europeo, vedi http://www.s2bnetwork.org; per informazioni alla campagna italiana STOP T-TIP, vedi stop-ttip@googlegroups.com)
Ma chiediamo soprattutto alle chiese, alle comunità cristiane, all’associazionismo di ispirazione cristiana, di mobilitarsi contro la più grande ‘Statua Imperiale’ mai eretta, convinti che un ‘sassolino’ la può far crollare(Daniele,3). Diamoci da fare perché questo avvenga!


                                                                                     Alex   Zanotelli


Napoli, 22 febbraio 2014