IN REGIONE LOMBARDIA
CAPANNONI AL POSTO DEI BOSCHI E MEZZI MOTORIZZATI SU SENTIERI E MULATTIERE
Il coordinamento locale del
Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio,
Difendiamo i Territori esprime la propria contrarietà riguardo ai
provvedimenti presi in materia forestale da Regione Lombardia tramite la LR
43/14 recentemente approvata.
Due in particolare sono gli
aspetti che ci trovano in disaccordo. In primo luogo l’estensione – da 5 a 15
anni – del periodo minimo di colonizzazione da parte di specie arboree e
arbustive che vincola il proprietario di un terreno alla compensazione o alla
monetizzazione in caso di taglio, quando questa azione è finalizzata alla
realizzazione di interventi di urbanizzazione nelle aree edificabili
classificate dallo strumento urbanistico a destinazione produttiva. Questa
norma contiene un’iniquità di fondo (si applica solo alle aree produttive e non,
ad esempio, a quelle per le costruzioni agricole o residenziali) e toglie un
disincentivo che la legislazione precedente poneva al consumo di suolo.
Peraltro tale disincentivo non impediva l’edificazione, che come detto poc’anzi
era semplicemente vincolata alla compensazione o alla monetizzazione, e non
costituiva certo “un assurdo balzello posto nei confronti degli imprenditori”,
dal momento che cinque anni ci sembrano un periodo di tempo più che congruo nel
quale svolgere interventi di sfalcio. In quindici anni si crea invece,
soprattutto in pianura, un bosco vero e proprio, che con la nuova legge
regionale sfuggirà alla normativa di settore. L’onere della compensazione era anche
lo strumento per potenziare i corridoi ecologici e le aree di valenza
strategica e naturalistica, più che mai utile in aree urbanizzate come la
Pianura Padana. Peraltro sorgono diversi dubbi circa la compatibilità del
dispositivo della legge regionale con il D.Lgs 227/2001. Secondo la nuova
legge, inoltre, in aree di montagna non sono previste compensazioni in caso di
eliminazione di specie arboree ed arbustive per un periodo di colonizzazione
inferiore ai trent’anni se tali interventi hanno la finalità di ripristino di
prati permanenti, pascoli e colture terrazzate. Se l’obiettivo di recuperare
terrazzamenti e prati stabili e condivisibile, un intervallo temporale così
lungo pone delle difficoltà nel risalire all’uso del suolo effettivamente
presente prima della colonizzazione arborea ed arbustiva, con il conseguente
rischio di speculazioni.
Si vuole invece perseguire
la deregulation selvaggia in spregio
alle aree di valenza naturalistica, come testimonia il secondo aspetto
controverso della normativa. Con l’articolo 4 della LR 43/2014 infatti si
inseriscono delle deroghe volte a consentire manifestazioni con mezzi
motorizzati sulle strade agro-silvo-pastorali, nei boschi, nei pascoli, sui
sentieri e sulle mulattiere. Si può facilmente immaginare quali saranno le
conseguenze sulla fauna e sull’ecosistema locale. A fronte dell’interesse di
pochi appassionati verranno sacrificati i diritti dei fruitori abituali dei
boschi lombardi, compresi gli escursionisti, oltre che il principio generale
che tutela un ambito di interesse collettivo, che la stessa Costituzione
prevede di salvaguardare (il paesaggio!). Le aree boscate montane, collinari e
perifluviali della Lombardia costituiscono un’attrattiva da valorizzare rispettandone
la specifica natura, nell’ottica dello sviluppo del turismo: un’opportunità
anche dal punto di vista imprenditoriale, cui si dovrebbe porre particolare
attenzione in un periodo come questo. Una visione strategica, non certo “ambientalismo
da salotto”.
Salviamo
il Paesaggio, Difendiamo i Territori - Coordinamento Cremonese, Cremasco,
Casalasco
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