Riceviamo da Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua, Rete Stop Biocidio Lazio e Coordinamento Nazionale Siti Contaminati.
COMUNICATO STAMPA
DEL 18/07/2014
Bonifiche, TAR
Lazio boccia sonoramente il Ministero dell'Ambiente sui declassamenti dei Siti
di Interesse Nazionale a Siti di Interesse Regionale.
Primo stop alla
strategia ministeriale di mettere la polvere inquinata sotto il tappeto.
Ora cambiare
radicalmente il decreto "inquinatore protetto" in discussione in
Parlamento.
Il Ministero dell'Ambiente
rimedia una sonora bocciatura davanti al TAR Lazio sull'operazione di
declassamento dei Siti nazionali di bonifica avvenuta nel 2013
Il Ministero, sulla base delle
valutazioni dei suoi dirigenti e funzionari, prendendo spunto da una modifica
al Decreto legislativo 152/2006 riguardante i criteri per l'individuazione dei
Siti di Interesse Nazionale per le bonifiche (le aree più inquinate del paese),
ne avevano declassati ben 18 siti su 57, trasformandoli in Siti di Interesse
Regionale. Un'operazione realizzata in sordina, senza alcun coinvolgimento
delle comunità (tranne le regioni a cui il Ministero aveva dato pochi giorni di
tempo per esprimersi) ma dalla portata enorme, visto che i funzionari e i
dirigenti del Ministero considerarono degna di declassamento anche la Terra dei
Fuochi (ma anche La Maddalena in Sardegna)!
La Regione Lazio, il comune di
Ceccano e, con intervento "ad adiuvandum", l'associazione "Rete
per la Tutela della Valle del Sacco ONLUS" hanno proposto un ricorso sul
declassamento del sito "Valle del Sacco" che ora il TAR del Lazio ha
accolto pienamente.
Per il Coordinamento nazionale
siti contaminati, per il Forum dei Movimenti per l'Acqua e per la Rete Stop
Biocidio Lazio si tratta di una sentenza importantissima per i risvolti che
dovrebbe avere a livello nazionale. Le motivazioni alla base dell'accoglimento
del ricorso sul SIN Valle del Sacco
rappresentano una pesantissima censura sull'intera operazione portata
avanti dal Ministero dell'Ambiente per sollevarsi dalle proprie responsabilità
dopo un decennio di sostanziale inazione rispetto al risanamento dei SIN e, più
in generale, rispetto allo stato di inquinamento di moltissime aree del paese.
I giudici del TAR, infatti,
ritengono che, rispetto all'applicazione dei nuovi criteri per il
riconoscimento (o l'esclusione) delle aree "il ragionamento del
Ministero, ad avviso di questo Collegio, è erroneo in radice" e che
"La norma applicata sembra anzi ampliare (piuttosto che restringere) le
fattispecie dei territori potenzialmente rientranti nell’ambito dei siti di
interesse nazionale...". Infatti il Ministero aveva inteso che un'area
per essere classificata quale SIN dovesse soddisfare contemporaneamente tutti i
criteri del Decreto. Scrivono i giudici del TAR Lazio "Il testo
normativo non autorizza, in effetti, ad avviso del Collegio, una lettura tale
da indurre a considerare, per la qualificazione di SIN, la presenza di tutte le
circostanze cui l’art. 252 comma 2 predetto fa riferimento.....Si tratta, in
altre parole, di criteri che variamente combinati devono (o possono) portare
l’Amministrazione a riconoscere quella grave situazione di compromissione e di
rischio ambientali tale da implicare (a prescindere dalle cause che l’hanno
determinata) il superiore interesse nazionale".
Sulle bonifiche si sta giocando
una partita al ribasso rispetto alle politiche industriali del paese, con una
strategia volta ad annacquare il principio "chi inquina paga" a
favore dei grandi gruppi industriali che non vogliono pagare integralmente il
prezzo del risanamento delle aree che hanno contaminato. In poco più di un anno
vi sono stati ben quattro decreti, tutti volti a nascondere la polvere
inquinata sotto il tappeto (Governo Monti: Decreto di declassamento dei SIN;
Governo Letta: Decreto del "fare" e Decreto "destinazione
Italia"; Governo Renzi: Decreto "competitività" ora in
discussione in parlamento). Grazie alla mobilitazione dei comitati le prime tre
norme sono state modificate limitando i danni ma ora con il Decreto
Competitività "inquinatore protetto" si rischia di nascondere il
reale stato di contaminazione del paese e di procedere a bonifiche sulla carta.
Invitiamo nuovamente i
parlamentari a modificare il Decreto competitività secondo l'appello che
abbiamo lanciato nei giorni scorsi. Al Ministro Galletti chiediamo di
riesaminare l'intera operazione di riclassificazione dei SIN alla luce delle
indicazioni del TAR Lazio, includendo anche i nuovi siti gravemente inquinati
che quasi ogni giorno vengono posti all'attenzione dell'opinione pubblica
nonché di procedere alla valutazione dell'efficacia del lavoro svolto in questi
anni dagli uffici ministeriali preposti.
La sentenza è disponibile al link: https://94.86.40.196/cdsintra/cdsintra/AmministrazionePortale/DocumentViewer/index.html?ddocname=TWMT75ESK76VGHCH3YO4EJJ2BI&q=valle+or+del+or+sacco
I 18 SIN DECLASSATI PER
DECRETO IL 11 GENNAIO 2013
Abruzzo ("Fiumi Saline Alento"),
Campania ("Litorale Domizio Flegreo e Agro Aversano",
"Pianura","Bacino Idrografico del fiume Sarno" ed
"Aree del Litorale Vesuviano", Emilia Romagna
("Sassuolo-Scandiano); Lazio ("Bacino del fiume Sacco" e
"Frosinone"), Liguria ("Pitelli" a La Spezia); Lombardia
("Milano-Bovisa" e "Cerro al Lambro"), Marche ("Basso
Bacino del fiume Chienti"), il Molise ("Guglionesi II"),
Piemonte ("Basse di Stura"), Sardegna ("La Maddalena"),
Toscana ("Le Strillaie"), Veneto ("Mardimago-Ceregnano") e
la Provincia Autonoma di Bolzano ("Bolzano").
FORUM ITALIANO DEI
MOVIMENTI PER L'ACQUA
RETE STOP BIOCIDIO
LAZIO
COORDINAMENTO
NAZIONALE SITI CONTAMINATI
Segreteria:
www.acquabenecomune.org
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