lunedì 15 febbraio 2016

Discarica di inerti: un problema non solo di Grumello



Nella serata di Giovedì 18 (ore 21) si terrà a Grumello Cremonese un’assemblea pubblica sul progetto di impianto di trattamento di rifiuti pericolosi e non pericolosi e di discarica di inerti, organizzata da un gruppo di cittadini del territorio. La richiesta è stata avanzata da Cremona Ecologia Ambiente Srl nel Giugno 2013 e riguarda la lavorazione ed il conferimento in discarica di materiali legati all’attività dell’acciaieria Arvedi, sia in ingresso (trattamento dei rottami per separare la componente effettivamente lavorabile in acciaieria) che in uscita (scarti di lavorazione e rifiuti). Il volume previsto per la discarica è di 717.000 mc, mentre l’inertizzazione riguarderebbe 165 t/g ed il trattamento di recupero metalli 150 t/g; la potenzialità massima dell’impianto è però superiore.
L’area interessata è quella nei pressi della cascina Angiolina, al confine con il territorio del Comune di Pizzighettone e contigua all’ambito estrattivo Ate g16, una cava di ghiaia e sabbia in parte ancora attiva. La destinazione finale prevista per l’ambito estrattivo è quella agricola. L’area in oggetto è situata a ridosso di una vecchia scarpata morfologica tutelata dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP).
Il Comune di Grumello Cremonese ed Uniti ha già espresso parere negativo: un parere giunto a seguito di uno studio commissionato ad un esperto di tematiche ambientali, che ha approfondito questioni riguardanti varie tematiche quali la viabilità, la soggiacenza della falda ed il rischio di alluvioni, evidenziato anche dall’Autorità di Bacino del fiume Po. Ai piedi della scarpata infatti la falda è situata poco al di sotto del piano campagna, e fino a pochi decenni fa erano presenti fenomeni di affioramento (nei pressi era presente la santella della Madonna del Pozzo, la cui toponomastica evidenzia la storicità del fenomeno). In particolare, alcuni degli elementi segnalati nel suddetto parere tecnico sono da considerarsi criteri escludenti ai sensi del Piano Regionale Gestione Rifiuti.
Al contrario del Comune di Grumello, i Comuni confinanti di Pizzighettone ed Acquanegra Cremonese, così come la Provincia di Cremona, hanno già espresso parere positivo al progetto, condizionato dalla realizzazione di alcune mitigazioni ambientali. Nel decreto di compatibilità ambientale, emesso dalla Provincia di Cremona in data 23/12/2015, sono state infatti inserite numerose prescrizioni elaborate sulla base delle osservazioni degli enti, fra le quali la necessità di effettuare, anche ai fini del procedimento di A.I.A. tuttora in corso, le opportune verifiche sulla effettiva sussistenza delle clausole escludenti indicate dal Comune di Grumello Cremonese. Ma la questione della discarica di Grumello non può essere liquidata come uno scontro tra comuni confinanti, né come oggetto di diatriba tra varie fazioni politiche: si tratta invece di discutere del futuro di un’area estesa che da Cremona, passando per Spinadesco e Crotta d’Adda, arriva fino a Grumello e Pizzighettone. Proprio nel Comune di Crotta d’Adda infatti nel 2009 ha iniziato la propria attività un’altra discarica di inerti, sempre gestita da Cremona Ecologia Ambiente Srl. Si rende perciò necessaria una seria valutazione nel medio-lungo periodo, analizzando le prospettive collegate al fabbisogno di materiali ed alla produzione di rifiuti dell’acciaieria Arvedi in relazione alle proprie capacità produttive. Si può ipotizzare un tavolo di confronto sul tema, così come è stato attivato l’Osservatorio Arvedi, che riguarda però i soli comuni di Cremona, Spinadesco e Sesto. Le competenze sul tema dei rifiuti sono provinciali, così come è la Provincia di Cremona che identifica nel Piano Provinciale dei Rifiuti e nel PTCP le zone dove è ammissibile la realizzazione di impianti di trattamento rifiuti (si tratta di passaggi che spesso non vengono approfonditi dalle Amministrazioni Comunali e dai cittadini, ma che pongono le basi per ulteriori decisioni). Al tempo stesso la Provincia ha funzioni di polizia territoriale, verificando anche l’ottemperanza alle prescrizioni previste dalle autorizzazioni agli impianti di trattamento dei rifiuti. Il timore è che il riordinamento delle Amministrazioni Provinciali (congiuntamente alla soppressione del Corpo Forestale dello Stato, anch’esso voluto dal Governo Renzi), abbia come effetto pratico un minore presidio del territorio ed una sottrazione di competenze riguardo alle tematiche sopra indicate, proprio nel momento in cui queste si rendono più che mai necessarie.   



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