Pubblichiamo il comunicato diramato da Legambiente a commento dell'inserimento, nel rapporto Pendolaria 2013, della linea Milano-Cremona-Mantova tra le 10 peggiori linee ferroviarie italiane.
Pendolaria 2013
La Mantova-Cremona-Milano tra le 10 linee ferroviarie italiane che offrono il servizio peggiore
Legambiente: “Finiamo di parlare dell'inutile autostrada Cremona-Mantova, cancelliamo il progetto e destiniamo quelle risorse alla ferrovia”
La linea Mantova-Cremona-Milano è una delle 10 peggiori ferrovie italiane.
E’ questo il giudizio che il rapporto Pendolaria 2013 di Legambiente
assegna alla tratta che assicura i collegamenti tra le due città della
bassa padana al capoluogo lombardo. Pessimi livelli di prestazione
confermati anche dai diecimila utenti che ogni giorno sperano di
concludere la loro odissea ferroviaria, fatta di treni vecchi e lenti,
almeno in orario rispetto alla tabella di marcia che, dal dopoguerra,
non hanno mai migliorato i tempi di percorrenza, richiedendo due ore per
realizzare il collegamento tra la città scaligera e piazza Duca
D'Aosta. Sempre che i passaggi a livello funzionino a dovere, che non si
blocchino gli scambi, che non ci sia un guasto alla motrice o al
sistema frenante, eventi che purtroppo sono la norma, considerando la
vetustà del materiale rotabile e delle attrezzature. Eppure la pianura
tra Cremona e Mantova è il tratto centrale di una direttrice di
trasporti, la mediopadana, che congiunge Torino con il delta del Po e
che da anni è al centro delle attenzioni di Palazzo Lombardia, che pur
in assenza di un piano regionale della mobilità (l'ultimo risale al
1982), vi ha di volta in volta immaginato costosissimi collegamenti
autostradali, idroviari, fluviali, volti a creare percorsi est-ovest
alternativi alle congestionate reti della fascia pedemontana. Opere che
presuppongono una funzione strategica per la mobilità di persone e merci
e che hanno, invariabilmente, un violentissimo impatto in termini
ambientali, economico-finanziari e territoriali. Ma quel binario, che
con ben più modesti investimenti potrebbe essere pienamente recuperato a
un uso efficiente e razionale, resta in disparte, popolato da pochi
treni per passeggeri di serie b e da un inesistente transito di merci.
“E’
ora di finirla con una visione tutta milanocentrica delle reti e dei
servizi ferroviari – dichiara Damiano Di Simine, presidente Legambiente
Lombardia - linee come la Cremona-Mantova possono migliorare di molto le
prestazioni e la frequenza, se il sistema ferroviario regionale viene
fatto oggetto dei necessari interventi di ammodernamento. Ma per
giustificare questi investimenti occorre rilanciare la funzione delle
ferrovie periferiche secondo un disegno strategico, che assegni loro un
adeguato mix di funzioni: dalla mobilità pendolare, a quella turistica,
alla movimentazione di merci”.
Una
visione strategica è quella che manca nel disegno delle reti di
mobilità regionale e a farne le spese sono decine di migliaia di
pendolari che hanno la sfortuna di non vivere nei capoluoghi serviti da
linee ferroviarie metropolitane o dai progetti di alta velocità. “E'
inaccettabile che in condizioni di ristrettezza economica i pendolari di
vasti territori lombardi vengano di fatto esclusi dagli investimenti e
relegati in una sorta di limbo ferroviario – insiste Di Simine -
Chiediamo a Maroni di occuparsi di tutti i pendolari, anche con i suoi
colleghi dell'agognata macroregione padana, e di puntare al recupero di
ruolo delle reti ferroviarie. Questo significa anche fare scelte ormai
improcrastinabili, come quella di abbandonare i faraonici progetti di
autostrade Cremona-Mantova e Ti-Bre, per destinare le risorse
disponibili alla mobilità su ferro”.
L’Ufficio stampa Legambiente Lombardia 02 87386480 – 39 9283998
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