Gli alberi guardiani di un parco assistono a molti momenti della vita
delle persone. Se potessero parlare, racconterebbero di chi lì ha dato
il primo bacio, di chi ha vinto partite a pallone improvvisate, o di chi
ha confessato agli amici i propri segreti. Queste sono solo alcune
delle cose che possono accadere in un parco.
Perciò, dispiace venire a sapere che l’area verde di via 2 Giugno
(chiamata da tutti “il Cremo”) sia stata resa edificabile (nello
specifico, “zona residenziale estensiva”). Ѐ un vero peccato, perché un
Paese è fatto di tante cose. Non solo di strade, piazze, case, semafori,
rotonde. I paesi hanno anche un’anima, che si crea con fatica, nel
corso del tempo, dalle persone che vi abitano. Anima sono i vicoli
pulsanti, i luoghi di ritrovo, la piazza gremita, i parchi: sono questi,
in realtà, i punti nevralgici che danno a un semplice agglomerato di
case la connotazione di Paese, perché è la nostra interpretazione della
realtà che rende speciale ciò che ci circonda.
Costruire sul Cremo porterebbe così a cancellare una parte importante
della nostra storia collettiva e individuale. In psicologia insegnano
che “il tutto è più della somma delle sue parti”, che accostare degli
elementi a caso non dà senso al Tutto. Così, costruire case e strade
senza curarsi di mantenere l’anima e la storia del paese, è come cercare
di unire dei pezzi senza incollarli.
Siamo noi, persone comuni, che diamo un senso a quello che abbiamo
intorno, e dobbiamo preoccuparci che questo “perché” che noi troviamo in
quello che ci circonda sia salvaguardato, a tutela dei nostri ricordi,
del patrimonio naturale, della linfa vitale che scorre insieme a noi.
LA VARIANTE AL P.G.T DI RIVOLTIAMO
E’ ormai di dominio pubblico che l’amministrazione comunale stia
studiando una variante al PGT. A giudicare dagli incarichi conferiti e
dall’avvio del procedimento di Valutazione Ambientale Strategica (VAS)
ci saremmo aspettati chissà quali sconvolgimenti. Ed invece, ancora una
volta siamo rimasti sorpresi. La dimensione delle superfici è così
modesta che, probabilmente, non era nemmeno necessaria la VAS con tutto
il dispiegamento di risorse annesse e connesse.
Ma veniamo alla variante vera e propria.
Si tratta, in estrema sintesi, di alcune variazioni/precisazioni alle
norme tecniche di attuazione (alcune delle quali formulate in modo tale
da risultare incomprensibili) ed alla destinazione urbanistica di
alcuni suoli.
E adesso veniamo al piatto forte, il colpo da maestri, quello che non
ti aspetti e che ti disorienta per la sua audacia. Trasformare 4 aree
in fascia di rispetto alla strada provinciale n. 90 in “ambiti
residenziali estensivi”. Sì, sono riusciti a trasformare il ferro in
oro! Con un’alchimia inimmaginabile l’amministrazione è riuscita a far
diventare edificabile pure la fascia di rispetto stradale. E qui
dobbiamo riconoscere che di strada ne è stata fatta tanta in questo
campo. Prima hanno cominciato con via Galilei, adesso siamo passati alle
strade provinciali. Meno male che da queste parti non passa nessuna
autostrada …
Stiamo parlando dei terreni in via Galvani, in via 2 Giugno, in via
Bottego ed in via per Agnadello. Sono tutti terreni prospicienti la
provinciale n. 90. D’accordo, essendo lotti abbastanza profondi, una
piccola porzione è al di fuori della fascia di rispetto, ma stiamo
parlando di vere e proprie strisce larghe 20 metri e lunghe anche 90
metri. Su questi nastri viene concentrato tutto il potere edificatorio
del lotto, nel caso di via Bottego, per fare un esempio, viene
concentrato un volume di oltre 5.500 mc su un’area copribile di poco
superiore a mq 600!!! Ed hanno il coraggio di chiamarli ambiti
residenziali estensivi.
Senza contare che appezzamenti come quello di via 2 giugno sono aree
destinate a verde pubblico che, con la nuova previsione, vengono
sottratti alla collettività. Per chi non lo ricordasse questo
appezzamento è un giardinetto storico per chi ha vissuto la propria
gioventù a Rivolta. Chi non è mai stato al “cremo” almeno per una
partita a pallone con gli amici? Dopo il cinema Ariston è un altro pezzo
di ricordi che viene messo in vendita per ricavare un po’ di denaro.
Quel piccolo appezzamento è ancora nella memoria di tanti rivoltani,
anche solo il pensiero di vederlo sacrificato per racimolare quattro
soldi per rattoppare le buche nelle strade (che tanto assillano l’ing.
Carera), diciamolo, è una totale mancanza di sensibilità verso il paese.
Possibile che si debba mettere all’asta tutto, anche i ricordi dei
rivoltani? Considerando inoltre i tempi e l’andamento del mercato
immobiliare, sarà svenduto a pochi denari, ammesso che qualcuno abbia
ancora voglia di costruire, per di più in fregio al provinciale.
Alla fine è stata messa in piedi una variante enorme per cambiare
destinazione ad un paio di ettari di terreno, parte avente già una
destinazione urbanistica compatibile con l’edificazione, parte destinata
a verde pubblico (che quindi scomparirà!!!) e parte posta in fascia di
rispetto stradale.
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