venerdì 6 settembre 2013

Osservazioni al Piano Cave

Della questione degli ambiti estrattivi proposti in provincia di Cremona si è recentemente occupato anche il nostro sito nazionale. Nel frattempo procede l'iter del Piano Cave provinciale, che è strettamente collegato al PTCP nell'ottica della localizzazione di nuove cave o di ampliamenti di cave preesistenti, in quanto con il secondo si intende rimuovere dei vincoli che precluderebbero l'attività estrattiva in alcune aree proposte come apliamento dell'attività stessa dal primo. Riguardo al Piano Cave, recentemente adottato, sono state presentate delle osservazioni, analogamente a quanto avvenuto per la Valutazione di Impatto Ambientale (VAS) del PTCP, a nome delle stesse associazioni firmatarie.

Per prima cosa si evidenzia il rapporto tra PTR, PTCP e Piano Cave: al primo deve essere assicurata prevalenza, in quanto strumento regionale di pianificazione sovraordinata. I geositi sono considerati dal Piano Territoriale Regionale elementi di vincolo ineliminabili e disciplinati dall'art.22. In tali aree sono stati introdotti nuovi Ambiti Territoriali Estrattivi (Ate) e ne sono stati ampliati di esistenti.
Nelle previsioni relative ai fabbisogni per il decennio 2013-2023 elaborate dall'Alta Scuola per l'Ambiente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore (Relazione Tecnica del Piano Cave adottato) si evince che il fabbisogno di riferimento per il settore argilla è quantificato in 1.000.000mc, mentre i volumi residui totali di argilla relativi al Piano cave 2003 ammontano a 2.981.500 mc: non si condivide perciò la necessità di inserire nuovi Ate.
Riguardo alle destinazioni naturalistiche, ricreative, agricole, ecc. dei recuperi ambientali previsti per ogni cava, si chiede di introdurre una norma che prescriva ai comuni sul cui territorio insistono le escavazioni l’obbligo di conservare tale destinazione nel tempo, affinché ne tengano conto nei propri PGT. A tale proposito vengono forniti alcune indicazioni per migliorare l'efficacia dei recuperi naturalistici dei laghi di cava. Si fa riferimento specifico alla Lanca Ronchetto di Motta Baluffi, dove è situato l'attracco fluviale, per la quale la cartografia non è aggiornata.
Si chiede che i laghi di cava non superino la profondità di 10-12 metri, per evitare fenomeni di ipossia e anossia sul fondo del lago. Alcune cave sono poi situate in prossimità di terrazzi morfologici e ne comporterebbero l'alterazione, a fronte di mitigazioni non sempre adeguate. Particolare attenzione deve essere posta per evitare l'interferenza con la maglia agraria tradizionale e il reticolo storico della centuriazione romana in particolare.
Riguardo al Pianalto della Melotta viene ribadito quanto già evidenziato in sede di osservazioni alla VAS del PTCP.
Alcune cave di prestito a supporto delle autostrade CR-MN e Ti-Bre, contestate dalle stesse associazioni, sono molto estese e situate in prossimità del corso del Po, tra Torricella del Pizzo e Gussola. Una di queste è adiacente alla Zona di Protezione Speciale (ZPS) Isola Maria Luigia. Si chiede una valutazione sul loro impatto idraulico ed idrogeologico. La valutazione di rischio idraulico dovrebbe essere poi opportunamente realizzata per tutti gli Ate inclusi in ambito golenale.
Altre cave situate in contesti delicati sono quelle previste in prossimità della Lanca di Gerole (SIC, ZPS e Riserva Naturale), di cui si richiede la cancellazione, e del Lancone di Gussola (SIC e ZPS), per cui è necessario evitare il rischio di prosciugamento della zona umida. Allo stesso modo si richiede lo stralcio degli Ate previsti nel geosito del Serio Morto.
 
      

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