Un
innalzamento del livello del fiume Adda fino a 3 metri, la formazione di una
sorta di “bacino” artificiale con un volume di 3 milioni di metri cubi e un
“rigurgito” delle acque che interesserebbe il corso d’acqua per un tratto lungo
14 km. Questi sono i dati ricavati dal progetto preliminare per la
realizzazione di una centrale idroelettrica in comune di Castelnuovo Bocca
d'Adda (LO).
La confluenza dell'Adda nel Po, poche centinaia di metri a valle della centrale che si intende realizzare |
In
qualità di coordinamento Cremonese, Cremasco e Casalasco del Forum Nazionale Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i
Territori sono state presentate alcune osservazioni riguardo alla richiesta
di concessione di derivazione di acqua pubblica ad uso idroelettrico presentata
dalla società VIS Srl. In primo luogo troviamo inaccettabile che i comuni di
cremonesi di Crotta d’Adda e Pizzighettone siano venuti a conoscenza del
progetto solamente nel settembre 2012, nonostante questo sia stato presentato all’inizio del 2010. Ci chiediamo come sia
possibile che la Provincia di Lodi non abbia ritenuto necessario convocare in
Conferenza dei Servizi questi comuni, essendo evidente che le conseguenze della
realizzazione del progetto avrebbero pesanti ripercussioni anche sulla sponda sinistra
dell'Adda (la richiesta di intervento nel procedimento è stata inoltrata dal
Comune di Crotta d’Adda per propria iniziativa in data 16 gennaio 2013). Al
tempo stesso dobbiamo rimarcare il mancato coinvolgimento dei comuni cremonesi
interessati anche da parte della stessa Provincia di Cremona.
La
preoccupazione è data dal fatto che non
ci si limiterebbe semplicemente a sfruttare il dislivello esistente, come
avvenuto per impianti simili realizzati di recente nel territorio cremonese: al
salto attuale, di altezza massima pari a 2,5 metri, si aggiungerebbe quello
creato dalla struttura mobile, di altezza pari a 3 metri, per raggiungere un
altezza massima di 5,50 metri. L’impatto sul territorio in questo modo si fa
molto più pesante. Un'istanza di derivazione d'acqua pubblica che avrebbe
conseguenze di tale rilevanza non può prescindere dalle reali esigenze della
collettività e non deve assecondare logiche dal puro carattere speculativo. Il
progetto deve essere valutato in un'ottica globale, tenendo conto degli
sbarramenti esistenti a monte, lungo il corso dell'Adda (Pizzighettone) e del
Po (Isola Serafini), andando ad analizzare il fenomeno di riflusso a monte
dello sbarramento di progetto e quello di risalita delle acque del Po nell'Adda
in occasione degli eventi di piena.
Coldiretti
Cremona ha già manifestato la propria preoccupazione per le aziende agricole
che si trovano nelle vicinanze dell’impianto, per i quali la soggiacenza della
falda è prossima al piano campagna. Il prevedibile innalzamento della falda
avrebbe ripercussioni gravi per l’economia di questo territorio, la cui
vocazione è prettamente agricola (in particolare sono presenti nella zona
diversi allevamenti di bovini da latte).
Il
Comune di Crotta d’Adda ha commissionato uno studio sull’impatto dell’opera da
un punto di vista idraulico. Tra gli elementi da chiarire c’è sicuramente
l’effetto dell’innalzamento del livello del fiume sui colatori che vi scaricano
le proprie acque: è necessario che venga garantita la possibilità di
deflusso per evitare il rischio di allagamenti. Occorre prendere in
considerazione non solo il nuovo livello del fiume in condizioni normali, ma
anche quello relativo agli eventi di piena, che verosimilmente si innalzerà
andando a mettere in condizioni di rischio porzioni di territorio che fino a
questo momento ne sono state esenti. In particolare segnaliamo la delicata
posizione del depuratore di Crotta d'Adda, distante meno di 200 metri dal corso
del fiume, per il quale potrebbero rendersi necessarie opere di adattamento
alle nuove condizioni del corso d'acqua.
Anche
l’impatto dell’opera da un punto di vista paesaggistico e naturalistico sarebbe
elevato, in quanto un innalzamento significativo del livello del fiume andrebbe
a modificare le condizioni in cui si vengono a trovare le formazioni
vegetazionali ripariali: boschi e filari situati lungo il corso dei principali
corsi d’acqua sono elementi fondamentali delle reti ecologiche regionali e
provinciali. Questo tratto del fiume Adda è peraltro interessato su entrambe le
sponde dal tracciato della ciclovia Vento, progetto del Politecnico di Milano
che si propone di rilanciare l'economia locale in un'ottica di turismo legato
alla mobilità sostenibile. Nel tratto immediatamente a valle della foce
dell’Adda si intende ampliare il perimetro del Parco Locale di Interesse
Sovracomunale (PLIS) del Po e del Morbasco. Nella stessa area si trovano il
Sito di Interesse Comunitario (SIC) e la Zona di Protezione Speciale (ZPS)
degli Spiaggioni di Spinadesco, classificati come siti della Rete Natura 2000.
Se per essi è già stata effettuata la
Valutazione di Incidenza, tale procedura non ha interessato il SIC “Adda Morta
di Pizzighettone”, che si trova lungo il tratto di fiume interessato dal "rigurgito" e che coincide con alcune aree definite "riserva naturali" dal Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) del Parco Regionale Adda Sud. Lo stesso Parco Adda Sud ha sottolineato la
propria preoccupazione riguardo al progetto, richiamando la necessità di una
verifica di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e di uno
studio sui livelli delle falde acquifere, sull’influenza dell’opera in caso di
piene improvvise e sulla stabilità delle sponde, in particolar modo in
prossimità del centro abitato di Crotta d’Adda, che si sviluppa a ridosso
della scarpata morfologica dell’Adda proprio laddove questa va a coincidere con
il corso fluviale. Segnaliamo che il ciglio superiore di questo tratto di
scarpata è stato recentemente oggetto di lavori di consolidamento.
Un
ulteriore aspetto che vorremmo sottolineare è quello relativo alla fauna
locale, che vedrebbe mutare significativamente il proprio habitat. La
scomparsa di ampie porzioni di vegetazione perifluviale, che costituiscono i
corridoi ecologici fondamentali per garantirne sussistenza e mobilità, avrebbe
ripercussioni significative per la fauna terrestre, mentre quella ittica si
troverebbe a dover far fronte alle conseguenze del rallentamento della corrente
dovuto allo sbarramento per tutto il tratto interessato dal “rigurgito”,
vale a dire circa 14 km. E’ prevedibile in particolar modo una modifica dei
fondali del letto fluviale, che diventerebbero più limacciosi per effetto del maggiore deposito dei materiali trasportati dalle
acque. Anche il tratto del corso d’acqua a valle dello sbarramento subirebbe
ripercussioni negative nel caso non fosse garantito il rilascio del deflusso
minimo vitale, con particolare riferimento ai periodi di magra. In prossimità
dello sbarramento, invece, la fauna ittica verrebbe convogliata verso un passaggio
di dimensioni ridotte, nel quale si renderebbe necessario ricreare condizioni
adeguate per garantirne la mobilità.
Le
previste opere di mitigazione ambientale sono situate nei pressi dell'impianto
idroelettrico, lungo la sponda destra dell'Adda. La compensazione del danno
sarebbe parziale: la compromissione della
vegetazione perifluviale situata lungo il corso dell'Adda sarebbe
irreparabile, in quanto verrebbe meno la funzione di corridoio ecologico.
Dobbiamo inoltre evidenziare che nessuna opera di mitigazione è stata prevista
lungo la sponda sinistra, relegando anche in questo caso il territorio
cremonese in un ruolo passivo nei confronti di un'opera che pure avrebbe
ripercussioni molto pesanti.
L'abitato di Crotta d'Adda, situato lungo il tratto del fiume interessato del "rigurgito" |
Articolo pubblicato dal sito nazionale e disponibile al link http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2013/03/una-centrale-idroelettrica-alla-confluenza-delladda-nel-po-preoccupazione-per-limpatto-sul-territorio/
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